TRUCCHI E CONSIGLI UTILI - AGGIORNATO IL 27/06/2014

Iniziare un allevamento, da zero.

Ondulato grigioverde
Ondulato grigioverde

Magari chi vorrebbe iniziare ad allevare Ondulati inglesi, si starà ponendo molte domande, tra le quali certamente "Dove poter e soprattutto da chi acquistare una o più coppie?".
Solitamente gli Ondulati inglesi in Italia ormai sono abbastanza diffusi, in lungo ed in largo anche se a macchia di leopardo, ma ci si può informare presso l'associazione ornitologica della propria città per avere notizie dell'allevatore più vicino casa, o meglio ancora recarsi nel periodo autunnale a delle mostre per prendere direttamente i dovuti contatti o informazioni.
C'è da dire però, che molti saranno indirizzati ad andare in uccellerìa, ecco a questo proposito dedicherò qualche rigo, onde evitare di far buttare tempo e denaro ad alcuni di voi:
Dovete porvi qualche domanda, del tipo " voglio dei soggetti di buona qualità per intraprendere magari un futuro allevamento?" o vi accontentate dei possibili (probabilmente) maggiorati, e scarti che troverete in uccelleria?
Spezziamo a questo punto una lancia in favore degli allevatori; dovete sapere che nelle uccellerie arrivano gli scarti, molto commerciali perché molto economici ma spesso si acquistano soggetti non idonei alla cova, con tare evidenti o nascoste che potrebbero darci qualche delusione in molti fronti.
Non vale la pena, specie se si ambisce a ricreare in casa un allevamento ai fini sportivi.
Se sceglierete gli Inglesi quindi, allora l'unico modo per acquistarli è appunto contattare un allevatore serio, nel caso avrà dei soggetti da togliere, sarà ben felice di trasmettervi la sua passione dandovi innumerevoli consigli, non abbiate paura a domandare.
Prima però di affrontare qualsiasi spesa, informatevi bene sulle loro abitudini di vita, documentandovi il più possibile sulla loro alimentazione e sopratutto sulla routine di cure (igiene, profilassi, alimentazione etc.) perché gli animali non sono dei giocattoli,  pulizie giornaliere e molto altro, sono un impegno che va affrontato con serietà ma soprattutto amore

La diffusione dell'ondulato inglese in Italia, non è così ampia come qualcuno potrebbe pensare e non sono tanti gli allevatori che si dedicano seriamente, e con raziocinio, alla selezione di questo psittacide. 

Chi vorrebbe iniziarne l'allevamento, dovrebbe prima di tutto seguire un iter a mio dire essenziale, che consiste in dieci semplici punti da seguire facendo molta attenzione:

 

1) comprare uno o meglio ancora più libri esclusivamente a tema sull'ondulato inglese, e leggerli con attenzione. I migliori testi attualmente sono tutti fuori stampa, ma qualcuno è ancora reperibile mediante ebay o altre piattaforme. Altrimenti, vi sono testi inglesi di pregevole fattura. Nella sezione "Libri e DVD" continuamente aggiornata, troverete degli ottimi suggerimenti.

 

2) Iscriversi alla FOI, richiedendo informazioni all'associazione ornitologica più vicina a casa vostra.

 

3) visitare le mostre più importanti e gli allevamenti (disponibilità dell'allevatore inclusa ovviamente), dove espongono ondulati inglesi per osservare attentamente i soggetti premiati, e per vedere coi vostri occhi come viene condotto un allevamento di ondulati. 

 

4) studiare, prima dell'acquisto dei soggetti, un management ottimale, magari chiedendo consigli ad allevatori di comprovata esperienza.

 

5) verificare che il locale destinato all'allevamento, sia idoneo: ben areato, luminoso, "spazioso" (non un ripostiglio), e non umido/malsano.

 

6) evitare di comprare soggetti da uccelleria, poiché vi finiscono soltanto soggetti tarati, scarti e spesso sterili, o con grossi difetti difficili da eradicare che evidenziano soggetti difficilmente idonei ad essere inseriti in allevamento, nonostante un bell'aspetto, nel genotipo avranno certamente un pool infinito di difetti: al limite osservare l'anellino e chiamare l'allevatore chiedendo a lui (i commercianti non capiscono un H) se ne fosse sprovvisto, desistere dall'acquisto. Un allevatore non svenderebbe mai il  frutto della fatica (e anche tanto denaro) ad un uccelleria che pretende tutt'al più di pagarglieli 10-12 euro cadauno, per rivenderli a 20-25 euro: una miseria! Sarà difficile possiate trovare soggetti validi sotto le 50 euro a unità.

 

7) fare attenzione agli annunci online, ho visto spesso alcuni annunci dove asserivano di vendere ondulati inglesi, ma dalle foto ho visto né più né meno delle semplici cocorite grasse o "migliorati": soggetti totalmente inutili nella selezione, a meno che non cerchiate una coppia "PET" da compagnia. 

 

8) Costruire una voliera all'interno del locale anche sacrificando spazio alle gabbie da cova; indispensabile, insieme ad una buona alimentazione, per mantenere un ceppo in salute e riproduttivo.

 

9) Iniziare con qualche coppia: minimo due o tre, mai una sola, poiché l'ondulato è un uccello gregario e pertanto una sola coppia potrebbe anche non riprodursi se sola. L'ondulato ama i folti gruppi, quelli che producono quel cicaleccio che ad alcuni potrebbe risultare fastidioso. Consideriamo anche che col frutto di una coppia, non potreste certo andare avanti nella costruzione di un allevamento: ritengo abbia poco senso procedere in una direzione simile, se si ambisce a ricreare un allevamento.

 

10) Evitare i primi 3 anni come la peste, la consanguineità. Tale pratica, lasciatela per quando avrete acquisito esperienza e conoscenza - leggendo tutte le informazioni utili che troverete, anche in rete - mostrandovi sempre interessati, sicché la userete con più oculatezza e cognizione di causa, per evitare di fare dei passi indietro, fissando più difetti che pregi.

 

L'undicesimo "comandamento" : NON arrendersi mai, anche quando le cose non sono andate come speravamo o anche peggio. Se c'è qualcosa che non è andata per il giusto verso - ricordatevi questo come un DOGMA - nel 99% dei casi, sarà soltanto colpa vostra, intesa come errori classici da principianti o un errato management dell'allevamento e/o poca attenzione.

Ogni ondulato è un individuo, non una macchina per riprodurre. È bene che lo sappiate, anche se non voglio certo scoraggiarvi: i maggiori successi arriveranno soprattutto quando verrete spronati a risolverli dagli altrettanti insuccessi, che non attarderanno se metterete vera passione, impegno e dedizione: a voi tutti auguro anche quel pizzico di fortuna, che non guasta MAI.

 

Occhipinti Davide

 

 

 

 

 

 

Inizieremo da subito dicendo che dal colore della cera, non si determina in questo caso solo il sesso dell’animale, bensì molto di più, come a volte l’età approssimativa,  se è stressato  o sta passando un periodo fuori condizione o in condizione riproduttiva.Importante dunque per l’allevatore, conoscere questi vari passaggi per non forzare eventuali soggetti all’accoppiamento, che chiaramente potrebbero portare a delle conseguenze talvolta anche spiacevoli, tra queste abbiamo: uova chiare ovvero scarsa fertilità, stress dell’animale con conseguente perdita di tutta la stagione riproduttiva e addirittura in alcuni casi anche la morte del soggetto in questione. É bene dunque analizzare tutti i vari passaggi a questo punto, per avere delle idee più chiare, rendendosi conto anche quando è il momento di iniziare la riproduzione sì, ma scegliere sempre chi è nelle migliori condizioni, determinate appunto anche dal colore della medesima "in linea di massima", cioè da non prendere troppo alla lettera.

Nella prima fila in alto, abbiamo delle cere appartenenti a dei soggetti maschi: 

 

A - Soggetto giovanissimo, di circa qualche mese di vita.

B - Maschio adulto, quasi pronto per la riproduzione, in molti casi idoneo alla stessa.

C - Maschio adulto in eccellenti condizioni riproduttive.

D - Maschio adulto assolutamente fuori condizione, con una cera che ricorda molto le femmine fuori condizione.

E - Maschio adulto fuori condizione.

F - Maschio probabilmente anziano.

G - Maschio probabilmente anziano, o con problemi ormonali.

H - Maschio adulto, appartenente alla categoria del fattore INO, gli albini e i lutini; hanno lo stesso colore della cera le ale merlettate e i pezzati recessivi e i fulvi. 

 

Nella seconda fila invece, possiamo osservare la cera delle femmine: 

 

A - Soggetto da nido, troppo giovane, appena svezzato (notare il becco con striature scure).

B - Femmina giovane e fuori condizione.

C - Femmina adulta quasi in condizione di riprodursi.

D - Femmina adulta in piena condizione riproduttiva.

E - Femmina adulta quasi fuori condizione di riproduzione, ma ancora ormonalmente riproducibile.

F - Come la precedente.

G - Femmina in condizione, appartenente alla categoria INO (notare il colore del becco arancio). Come per la precedente categoria maschile, ne fanno parte i Lutini, gli albini, le ali merlettate, i pezzati recessivi e i fulvi.


Copyright © Davide Occhipinti - vietato pubblicare senza la mia autorizzazione.

Riproduzione degli Ondulati Inglesi e Calendario probabili periodi migliori durante l'arco dell'anno per INIZIARE le cove.

Miglior periodo approssimativamente per riprodurre gli ondulati inglesi. Le immagini sono coperte da copyright.
Miglior periodo approssimativamente per riprodurre gli ondulati inglesi. Le immagini sono coperte da copyright.

 

 

 

Se vogliamo avere un certo successo durante l'allevamento, sono tantissime le accortezze da prendere, e fermo restando che l'allevatore dovrà tenere sempre ben aperti gli occhi onde evitare di commettere ingenui errori.

Innanzitutto non possiamo possiamo pretendere che degli ondulati trascurati durante l'anno, ci diano dei risultati positivi durante la riproduzione, difatti questi ultimi vanno seguiti tutto l'anno e alimentati a dovere in base al periodo e alle incombenze d'allevamento. Iniziare un paio di mesi prima, con una preparazione alle cove sarà d'uopo per chiunque: disinfestazione (ivomec, frontline) alimentazione (integrazione vitaminica e minerale) ed evitando l'uso facile di medicinali poiché potrebbero soltanto danneggiare o abbassare le difese immunitarie di questi ultimi.

In natura gli ondulati iniziano la riproduzione durante il periodo delle piogge che anticipa così la primavera, che coincide d'altro canto col nostro autunno. In Italia abbiamo grossomodo dei mesi più favorevoli alla riproduzione, anche se questi ultimi variano spesso in base alla posizione in cui si trova l'allevamento; va detto che un allevatore che alleva al livello del mare, avrà un clima più mite tutto l'anno, ergo con una maggiore ampiezza nel decidere il suo calendario. In media però, i dati riportati dal grafico in alto, sono i migliori da prendere in considerazione, indi per cui basandoci su questi punti di riferimento, potremo certamente iniziare la preparazione cove e le stesse, con una marcia in più.

 

Un ondulato, quando sarà estremamente pronto all'accoppiamento, generalmente appena finita una muta parziale a settembre, si mostrerà con un piumaggio particolarmente brillante e sericeo, molto attivo e mai letargico; i maschi saranno particolarmente irrequieti, le femmine anche aggressive ed i colori delle cere saranno brillanti nei maschi e nocciola nella femmine (mai bruno scuro).

Si formino le coppie in base ai programmi di selezione fatti, e ogni coppia formata, facciamo molta attenzione al comportamento della stessa, onde evitare un rifiuto da parte di uno dei due, peggio ancora le femmine che potrebbero diventare inoltre eccessivamente aggressive verso i maschi indesiderati; se non vorremo perdere un buon maschio, sarà d'obbligo, appena formate queste ultime, vigilare e accertarsi quantomeno in un primo momento che non vi siano particolari idiosincrasie.

 

Dopo la prima settimana (anche due in alcuni casi) avremo certamente i nidi con le prime uova. Molto importante che le uova restino il più pulite possibili e presenze di feci della femmina nel nido, andranno rimosse con una certa tempestività per evitare che le uova assorbano batteri probabilmente in grado di compromettere lo sviluppo embrionale. Le ispezioni andranno fatte con molta calma e non più di una volta ogni due giorni, questo per non spingere la femmina ad innervosirsi troppo. In questo periodo le ore di luce e l'intensità dovranno essere sensibilmente aumentate, ma non in maniera esagerata, dalle 6 del mattino fino alle 9,30 di sera per tutto il ciclo riproduttivo, sia a Settembre che a Marzo.

 

COSA DA NON FARE ASSOLUTAMENTE:

 

  1. Mettere in riproduzione soggetti con segni di malattia o debilitazione, come ondulati arruffati e dall'aria letargica, o soggetti con la fronte sporca di scolo nasale: vedere foto cliccando QUI.
  2. Disturbare troppo la femmina durante la deposizione o cova.
  3. Toccare le uova con le mani sporche.
  4. Formare le coppie ed andarsene.
  5. Somministrare un'alimentazione povera durante la deposizione.

 

 

Nota a margine: l'allevatore dovrà essere accorto e annotare come allevano le coppie. Alcune infatti allevano e alimentano meglio i figli, e se i piccoli appena nati - dopo diverse ore dalla nascita - non dovessero avere i gozzi pieni, trasferiamoli in un nido dove abbiamo la certezza che la madre alimenti i piccoli, pena altrimenti la perdita di questi ultimi, cercate di non lasciare più di quattro - al massimo - cinque piccoli per coppia, per non estenuare i genitori nell'arduo compito d'allevamento. 

Riconoscere il sesso nei pulli.

Non tutti sono a conoscenza delle differenze evidenti anche dopo i primi 5/8 giorni, ovvero il periodo in cui si dovrebbero inanellare, che per mancanza spesso di un'adeguata illuminazione, la paura di manipolare i piccoli per la quale ricordo sempre a chiunque di SCALDARSI bene le mani prima di toccarli*, fa cadere in secondo piano questo interessante aspetto dell'allevamento; il sessaggio in tenera età. 

Nella foto che ho preparato per l'occasione, vediamo 4 piccoli pulletti divisi in due quadranti azzurro/rosa per sottolineare la differenza, dei quali 3 molto piccoli. Notate nei maschietti una cera con un colore rosa marcato e compatto o in altri casi, annerita insieme al becco ma pur sempre compatto il colore intorno alle narici, a differenza della cera pallida delle femminucce o come nel caso precedente con annerimenti ma, con evidenti cerchi pallidi quasi bianchi intorno alle narici come da foto nel quadrante rosa in alto a destra.
Quindi, il periodo dell'inanellamento è anche un buon momento per sessare i piccoli, che se in salute, come nel 90% dei casi, presenteranno queste tonalità e sfumature a patto certamente vi sia un'adeguata illuminazione naturale.

 

*Per alcuni, potrebbe tale raccomandazione apparire superflua, ma dopo averne viste di cotte e di crude, vi assicuro che non è mai eccessivo l'invito alla cautela.

 

I piccoli neonati ondulati, sono privi di piume le prime settimane, e l'inanellamento cade proprio nella prima settimana di vita. La temperatura corporea dei pappagallini si aggira sui 40-42°C pertanto è bene sincerarsi non solo di non avere le mani eccessivamente fredde, ma al contrario di averle abbastanza CALDE!!

 

A che rischi si va incontro? Scontato aggiungere che una infreddatura a quell'età potrebbe nella peggiore e comune delle ipotesi, condurre il piccolo a morte certa. 


Inanellamento e anellini

La usuale pratica dell'inanellamento, si effettua da moltissimi anni ormai tra gli allevatori nel monndo. Negli anellini ordinabili mediante la propria associazione, sono presenti: anno di nascita, numero progressivo dell'anello (es. da 1 a 100), R.N.A. dell'allevatore, colore dell'anno corrente in base a della disposizione effettuate dalla COM (Confederazione Ornitologica Mondiale) e sigla della Federazione d'appartenenza, nel nostro caso la FOI (Federazione Ornicoltori Italiani). 

Inanellare i propri amati soggetti, dunque, risulta a tutti gli effetti fornire una vera e propria carta d'indentità ai medesimi, dai quali si potrà risalire a preziose informazioni, anche per rintracciare l'allevatore,per quanto concerne l'Italia, grazie al servizio che la FOI offre all'interno del suo sito web.

 

Per inanellare degli Ondulati di tipo Inglese, ovvero di forma e posizione, necessitiamo di un anellino di tipo E, dal diametro di 4,8 mm (mentre negli Ondulati di colore, il tipo è R di 3,8 mm).

Prendendo atto che dalla nascita, la crescita delle zampette dei nostri ondulati è piuttosto veloce, l'ideale sarebbe iniziare questa pratica dal quinto giorno di vita, di mattina, ricontrollando la sera (e anche l'indomani mattina) per controllare eventuali perdite del medesimo e reintrodurlo eventualmente sulla zampetta, evitando che quest'ultimo cresca troppo e non permetterne più l'accesso.

Molto importante come accennato in precedenza avere durante questa operazione, le mani disinfettate e ben calde, poiché tenere un piccolo con le mani fredde durante questa operazione, equivarrebbe a condannarlo a morte certa e/o aggravare il suo stato di salute in un momento alquanto delicato, compromettendo così anche la sua robustezza futura.

 

Facciamo attenzione all'anatomia delle zampe degli ondulati (fig.1) difatti non avremo le tre dita anteriori e quello posteriore, ma due davanti e due dietro, tipiche di uccelli arrampicatori  e che sfruttano la presa delle zampe anche per i cibi, quali sono i pappagalli.

Il piccolo va tenuto con molta delicatezza sulla mano destra usualmente, trattenendo con il pollice e l'anulare la zampetta da anellare (destra e sinistra è indifferente). Con la mano sinistra teniamo leggermente stirate le due dita anteriori con l'articolazione della zampa del pullus e facciamo scorrere (fig.2) l'anello molto delicatamente fino a ché non raggiunge e copre del tutto il dito esterno posteriore più lungo (fig.3), che potremo tirare con la massima attenzione sfilandolo dallo stesso e facendo passare l'anello arrivando a conclusione (fig.4).

 

Altro sistema consiste, sfruttando appunto la naturale elasticità delle articolazioni del medesimo, tirare il dito lungo posteriore esterno, raccordandolo a quelle anteriori sopra menzionate, inserendo i primi tre, per poi far scivolare via il penultimo al momento opportuno che l'anello passerà anche il dito più corto.

 

Personalmente preferisco di gran lunga usare, onde evitare di forzare eccessivamente l'articolazione, il primo metodo che poi è quello raffigurato nell'immagine qui a fianco da me disegnata.

 

 

Viola RAL 4008 - Arancione RAL 2003 - Blu RAL  5019 - Rosso RAL 3002 - Nero RAL 8005 - Verde RAL 6026
Viola RAL 4008 - Arancione RAL 2003 - Blu RAL 5019 - Rosso RAL 3002 - Nero RAL 8005 - Verde RAL 6026

Truciolo aromatizzato balsamico nei nidi

Flaconcino contenente olio di Eucalyptus globulus
Flaconcino contenente olio di Eucalyptus globulus

All'interno dei nidi, uso del truciolo di abete 100% naturale ed ecologico. Questo truciolo è lo stesso che uso come lettiera della mia voliera, ma con la differenza sostanziale che in base alla destinazione diversa, viene pretrattato e conservato all'interno di un secchiello con coperchio (utile un secchiello vuoto del pastoncino) con una piccolissima aggiunta di olio di essenza di Eucalyptus globulus, reperibile in qualsiasi erboristeria.

 

Il truciolo viene messo all'interno del secchio quasi pieno fino all'orlo, e dopo aver raggiunto quasi i 4/5 del volume, inserite una goccia di olio e mescolate, così per la seconda e la terza goccia, fino arrivare alla quarta, per poi chiudere il tutto (non più di quattro gocce di olio di Eucalyptus globulus, leggermente mescolato facendo attenzione ad usare un guanto o un cucchiaio di legno destinato a questa operazione, visto che l'aroma concentrato è fortissimo e molto balsamico).

Fatto questo e rispettate le tempistiche (lasciare chiuso il secchio per almeno tre giorni) potrete inserirne una piccola manciatina all'interno dei nidi. In presenza di piccoli abbastanza sviluppati, ergo a partire dalla seconda settimana, sarà possibile aumentare leggermente il quantitativo di truciolo all'interno del nido, per permettere che i piccoli non si imbrattino di feci restando così puliti: è importante non togliere quello vecchio e sporco, per evitare che alcune femmine non riconoscano più il nido, ma aggiungerne di tanto in tanto un po'  alla volta, man mano che il precedente si "consuma". 

 

In genere questi piccoli flaconcini contengono dei contagocce, ma qualora non dovessero averli, compratene uno a parte, se non in erboristeria di sicuro li troverete in farmacia.

 

 

 

Posatoi e giuste distanze in gabbia cova.

Molti si domanderanno più o meno quali gabbie sono adatte più o meno ai nostri ondulati in periodo di cova; oppure quanto spazio minimo hanno bisogno per riprodursi.

Dobbiamo considerare che un ondulato di forma e posizione è lungo circa 23 cm, se non più, ergo una gabbia dovrebbe essere alta almeno minimo 30\40 cm per consentire durante la cova di non strusciare la coda sul fondo e viceversa si stare attaccati con la testa al soffitto della medesima, come importante è il posizionamento dei posatoi nella stessa.
Per quanto riguarda la lunghezza è ottimale 60 cm con una profondita' di 40 cn; la distanza dai posatoi in gabbia sarà proporzionata nel permettere all'ondulato di eseguire dei piccoli voli, ma facendo attenzione a distanziare i posatoi dalla pareti laterali in quanto una vicinanza eccessiva potrebbe influire sull'accoppiamento dell'animale.

Altra cosa essenziale in una gabbia da riproduzione sono i posatoi, intesi come forma e materiale.
Dei posatoi troppo grossi o troppo sottili o fissati male, inciderebbero sull'esito dell'accoppiamento, in quanto la femmina non riuscirebbe certo a tenere il peso del maschio durante la copula.
Quindi il fabbisogno di avere un posatoio stabile e fisso è a dir poco essenziale.

Il legno è il miglior materiale, meglio se quadri con gli angoli smussati come la figura in basso; la plastica tende a creare una carica batterica troppo elevata che inciderebbe anche sulla salute delle zampette dei nostri amici. Immaginate gli uccelli a star tutta la vita appollaiati su della plastica; basta appunto del buon senso per capire che la medesima non è la soluzione ottimale.

Il posatoio dunque, dovrebbe essere come nella figura 1 (in basso) nelle gabbie da cova, una forma quadrata con relativa smussatura (necessaria per evitare echimosi o peggio durante la presa), per garantire una presa maggiore per quanto riguarda l'accoppiamento. L'allevatore esperto sa che sottovalutando il problema posatoi, potrebbe incappare in covate dalle "uova chiare", data ovviamente dall'insuccesso del completamento della copula.

figura 1
figura 1

Posatoi e giuste distanze in voliera.

figura 2
figura 2

I posatoi nella figura 2 invece, ovvero tondi, sono da preferire e introdurre nelle voliere meglio se di vari diametri per permettere all'animale di fare anche esercizio di rafforzamento delle zampette, garantendo all'animale una presa sempre differente a giovamento delle articolazioni.

In voliera è bene garantire una certa distanza minima di sicurezza tra gli Ondulati, questo per non permettere mai il sovraffollamento e quindi litigi che potrebbero concludersi in spiacevoli episodi, come anche mutilazioni o peggio la morte.
La distanza ideale per mantenere i nostri pappagallini tranquilli è di 15 cm di distanza l'uno d'allatro, e di 20 cm sopra da sotto con una soluzione magari a rastrelliera che è molto congeniale. Dunque calcoliamo lo spazio in voliera in base a questi parametri anche per evitare il sovraffollamento, che è causa di forte stress, di cui gli ondulati soffrono non poco.

 

Copyright © Davide Occhipinti - vietato pubblicare senza la mia autorizzazione.

Pulire la Maschera di un Ondulato

Photo by Mick Freakley
Photo by Mick Freakley

In occasione di una mostra, bisogna toelettare la maschera dei pappagallini, e rimuovere i punti in eccesso per mostrare appieno una collana pulita, con quattro spot in evidenza e due semi nascosti sotto i marchi guanciali, come lo standard vuole. E' un operazione necessaria qualora ci si accinga a partecipare ad una mostra e molto semplice da effettuare, che non causa dolore all'animale purché si abbia la cura di staccare una piumettina per volta (al limite le piume in più possono essere recise con delle forbici. Gli spot primari si individuano facilmente in animali di ottima selezione, una volta presa la mano sarà ancora più facile pulirla velocemente liberando subito l'animale nella gabbietta da esposizione.

Gli spot rimossi ricresceranno in brevissimo tempo, circa due settimane piene, pertanto è sempre bene pulire la maschera pochi giorni prima dell'esposizione.


 

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Toelettatura pre accoppiamento.

La foto non indica la corretta posizione da tenere, ma il risultato finale. In foto la mano di Mick Freakley
La foto non indica la corretta posizione da tenere, ma il risultato finale. In foto la mano di Mick Freakley

IL MOTIVO

 

Gli ondulati inglesi hanno un piumaggio molto lungo e folto tanto da arrivare spesso a coprire parte dell zampe. Fino a dieci anni fa e più, la maggior parte dei medesimi non necessitava di questa operazione pre cova tranne forse tranne qualche super buff. Al giorno d'oggi con la selezione continua di una piuma più lunga e larga, è sorta una reale necessità di intervenire allo sfoltimento nel periodo degli accoppiamenti del taglio piume sulla zona anale, certamente per evitare che il maschio non fecondi la femmina. Lo scopo è quello di rimuovere le piume più grandi, che possono impedire la buona riuscita della copula. La tecnica inizialmente è stata testata in Australia su piccioni di razza "Jacobean" che non possono essere allevati a meno che non si esegua questa operazione sul loro folto piumaggio, sottopiuma compreso.


LA TECNICA

 
In primo luogo bisogna tenere l'uccello collocandolo in modo che sia a testa in giù (come un conoal contrario), portando la sua testa vicino al nostro petto, facendo attenzione che morda solo i vestiti e niente altro. Posizionare il pollice attentamente sopra la cloaca, separando le piume spingendole verso l'esterno di modo che si alzino per consentire un corretto taglio. In questo modo non si può accidentalmente tagliare l'uccello senza tagliarsi per primi noi, quindi non preoccupatevi, ma sinceratevi ugualmente di fare molta attenzione specie le prime volte.
Mentre si può rimuovere tutta la piuma della femmina è importante lasciare le piccole piume radiali intorno la cloaca del maschio, perché queste sono le "piume che guidano lo sperma". 

 

Tradotto e riadattato da me da un testo di Kelwyn Kakoschkee, famoso allevatore Australiano che nel 1998 si fece conoscere in Europa per aver allevato degli ondulati di grosso spessore e di pregevolissime qualità, forse un po' troppo avanti per quel periodo.

 

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Uova salva schiena dei pulli, fondamentali.

A volte capita di vedere dei soggetti tendenzialmente insellati, ovvero con una ricurvatura interna sulla schiena, le cause possono essere due fondamentalmente, anche se sicuramente riconducibili a quella che poi è la struttura ossea dell'animale. Partiamo dal presupposto che l'Ondulato Inglese è un uccello di Forma e Posizione, pertanto una schiena ben dritta è indispensabile, ma bisogna fare attenzione durante la selezione che il "difetto" non sia ereditario (genetico) ma acquisito, magari proprio a causa di uno dei due genitori incauti che col loro peso potrebbero a volte  e non sempre, causare involontariamente una insellatura nei piccoli; nel caso fosse ereditario dovuto a una cattiva selezione, bene sempre accoppiare tali animali con altri dalle schiene eccellenti.

Un sistema però efficace per evitare il manifestarsi di questa indesiderata "malformazione" della schiena,  è quello di sistemare un uovo finto grande il doppio, sul nido insieme agli altri, durante le prime schiuse. L'uovo finto, in questo caso andrà bene un uovo a misura di quello di tortora, non darà alcun fastidio né alle schiuse, né alla cova in generale, e permetterà alla madre sopra i piccoli di non adagiarvisi eccessivamente.

Se avete fortuna di conoscere qualche allevatori di piccioni o tortore, potrete chiedere a lui dove reperire queste uova di plastica. Se ne trovano spesso in siti Europei, dove la cultura dell'allevamento di pregiate razze di colombi ornamentali è molto avanti.

Io di controparte, da buon artista, me ne sono costruito una a regola d'arte, e da lì dopo avervi fatto il calco, l'ho replicato usando come materiale di base direttamente l'argilla bianca, per poi cuocerla per 24h a 900°C (cottura a biscotto) in apposito forno per argilla, in cui ovviamente cuocio anche molte altre cose, visto che non converebbe di certo accenderlo per mettervi una cinquatina di ovette del genere.

Molto semplice come lavoro, e al termine del suo utilizzo è possibile sterilizzarlo con potenti disinfettanti come il cloruro di benzalconio, o come anche cuocerlo ad alte temperature per uccidere i batteri che andrà ad assorbire col tempo.

 

Copyright © Davide Occhipinti - vietato pubblicare senza la mia autorizzazione.

 

 

 

Sterilizzare gli Ossi di seppia.

Nel periodo che va tra gli inizi di Marzo e la fine di Maggio, i banconi delle pescherie sono colmi di seppie di tutte le misure. Questo è un grosso vantaggio per noi ornitofili, perché grazie al servizio di cui la maggior parte delle pescherie offre ai propri clienti, queste ultime vengono pulite direttamente al bancone: questo fa sì che tutti gli ossi di seppia vengono normalmente buttati... un vero peccato. Se solo ci fermiamo a pensare che possono anche fornirceli a secchi, non verrà difficile capire che con quelle, potremo tranquillamente affrontare forse tutto l'anno.

Possiamo quindi chiedere alla nostra Pescheria di Fiducia di metterli da parte per noi, conservandoli nell'apposita cella frigo finché non andremo a ritirarli (Sarebbe buona norma lasciare loro un numero).

 

L'ideale per sterilizzarle, sarebbe quella innanzitutto di procurarsi una pentola abbastanza capiente, prelavarle con acqua e bicarbonato di sodio e risciacquarle in acqua corrente.

Messe in acqua fredda in pentola, vi si appone il coperchio e si aspetta l'ebollizione. In questa fase, la presenza del coperchio  è fondamentale per mantenere una temperatura dell'acqua costante ergo non vanificare questa operazione, e mantenere pressate le eventuali, che di norma galleggiano.

 

Dopo 20 - 30 minuti massimo, spegnere e scolarle con un apposito colapasta. A questo punto possono essere lasciate asciugare all'aria, o meglio come io preferisco, passarle in forno per 15 minuti a 100°C. Ritagliare i bordi laterali sottili, e limarle leggermente con una piccola grattugia rigorosamente pulita, sarà un'operazione di pochi secondi.

 

Se si pensa che gli Ossi di seppia, costano ben oltre le 10 euro al kg... questa operazione trova un senso ben specifico nel complessivo risparmio che ci sgrava da una parte, dall'acquistarli a chili nei negozi specializzati.

 

 

 

 

COLTIVARE IL PANICO

Setaria Italica - Red Jewel
Setaria Italica - Red Jewel

Il ciclo colturale di questa interessante pianta è molto breve, diciamo che a seconda dell'ambiente può arrivare a maturazione nell'arco di 3-4 mesi dalla semina. La pianta non ha molte esigenze, e predilige terreni ben drenati e sabbiosi (poco umidi) in pieno sole, resiste molto bene alla siccità ma non ai ristagni d'acqua né a temperature fredde. Si tenga in considerazione al momento della semina, che essendo semi abbastanza minuscoli, vanno interrati non troppo in superfice né troppo in profondità; eseguire delle strisce sul terreno fino a formare ai lati dei cumuli, seminando su di essi, annaffiando solo ai lati dei cumuli in maniera non eccessivamente abbondante. Il terreno va preparato in precedenza, concimando poco con stallatico lo stesso, avendo cura di interrarlo.

Quando cominceranno a spuntare le spighe (non prima) l'utilizzo di uno spaventapasseri, in questo caso di una cornacchia in plastica (11 euro su ebay), non potrà che tenere lontani eventuali famelici passeri e altri granivori dalle spighe allo stato lattiginoso, fino al momento della raccolta; tutto allo scopo di limitare una buona parte delle perdite, ciò nonostante quando i passeri capiranno che la cornacchia è finta si avvicineranno lo stesso, ma almeno prenderete un po' di tempo evitando loro di fare eccessive razzie nel caso di piccoli raccolti.

Procedimento blocchetti iodati "Fai da te".

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